Secondo una ricerca della Harvard Business School, gli articoli di Wikipedia dedicati alla recente storia politica statunitense avrebbero lo stesso livello di neutralità delle voci pubblicate sull’Encyclopedia Britannica. Eppure, Wikipedia non gode della stessa autorevolezza presso l’élite scientifica e culturale in quanto fonte divulgativa: questione di metodo, o di stile? Ne ho parlato con Vera Gheno, sociolinguista e docente a contratto alle università di Firenze, Siena e Middlebury College.
“Non sei su Wikipedia”, “scrive come uno di Wikipedia”, “un articolo che sembra copiato da Wikipedia”: parole come pietre, usate solitamente in ambito accademico da chi occupa una posizione di forza per sminuire quanto scritto da un laureando o dottorando o criticarne lo stile ritenuto troppo semplicistico.
Quindici anni di storia e oltre cinquecento milioni di utenti unici al mese dopo, Wikipedia ancora non è riuscita a conquistare un riconoscimento univoco da parte dell’élite scientifica, culturale e soprattutto accademica italiana come piattaforma autorevole di divulgazione: colpa dell’incompletezza di alcune voci, di una presunta mancanza di neutralità, della sua origine collettiva, dell’assenza di un’autorità accademica di controllo, della sua vocazione alla neutralità tra molteplici teorie, o di uno stile accessibile anche ai non specialisti?
Probabilmente, tutte queste motivazioni insieme, dove l’ultima è quella forse meno condivisibile.
“Sono ancora tanti gli studiosi convinti che per divulgare
sia necessario ricorrere a un linguaggio oscuro”
“Quello di Wikipedia è in linea di massima uno stile piano, semplice, comprensibile, di opinioni per quanto possibile separate dai fatti – sostiene Vera Gheno, sociolinguista e docente a contratto alle università di Firenze, Siena e Middlebury College, Twitter Manager dell’Accademia La Crusca e autrice di “Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi)” –Wikipedia aspira a essere una fonte scientifico-divulgativa piuttosto che un testo specificamente scientifico. In questo ambito, quindi, funziona molto bene. Chiaramente, al momento non può avere sempre lo stesso valore di una fonte scientifica tout court, proprio perché il principio con cui viene compilata è, sì, virtuoso, ma talvolta disatteso. Idealmente, le voci su un argomento dovrebbero essere compilate o migliorate e completate da esperti di una materia; in Wikipedia, dato il suo carattere libero in cui ‘chiunque può contribuire alle voci esistenti o crearne di nuove”, succede che le voci possano essere compilate o modificate anche da chi si reputa esperto o comunque conoscitore di un argomento, magari senza esserlo affatto. situazione non così paradossale, se si pensa a quanto sia rilevante, ai giorni nostri, il pregiudizio cognitivo che spinge a ritenersi più preparati degli altri. Detto questo, il livello divulgativo è chiaramente importantissimo: non tutti siamo scienziati e abbiamo bisogno anche di documenti pensati per i non esperti.
Eppure a tutt’oggi sono numerosi gli studiosi convinti che per divulgare argomenti scientifici o culturali sia necessario essere un po’ oscuri, come se la scienza fosse qualcosa di alchemico. Rimane diffuso il fraintendimento secondo cui semplice vuol dire banale. Wikipedia si riallaccia a una tradizione di chiarezza divulgativa che non tutti hanno seguito o sono in grado di seguire: un esperto non è automaticamente capace di divulgare il suo sapere; scrivere in maniera semplice è in realtà un lavoro molto complesso”.
Una chiarezza e semplicità dello stile necessaria, tuttavia, a salvaguardare il secondo dei cinque pilastri di Wikipedia: quello della neutralità, secondo il quale le teorie inerenti a un determinato argomento devono essere presentate “in maniera chiara, imparziale, proporzionale alla loro rilevanza e attraverso il supporto di fonti autorevoli” (e non orali).
“Wikipedia si riallaccia a una tradizione di chiarezza divulgativa
che non tutti hanno seguito o sono in grado di seguire”
Questa neutralità è stata recentemente confermata da una ricerca della Harvard Business School, secondo la quale oltre 4.000 voci pubblicate su Wikipedia riferite alla politica americana degli ultimi anni sono altrettanto neutrali di quelle pubblicate sugli stessi argomenti nell’Encyclopedia Britannica: “per quel che riguarda gli argomenti oggetto del dibattito politico, il ricorso alle stesse fonti – come quelle inerenti al cambiamento climatico – può dar voce a due interpretazioni concorrenti, a seconda dell’opinione politica degli estensori della voce. Wikipedia è uno dei rari casi presenti sul web in cui le opinioni divergenti dei contributori riescono a dare vita a un dibattito costruttivo e a trovare nella maggior parte dei casi un compromesso adeguato, grazie ai ridotti costi di pubblicazione che rendono sempre possibile aggiungere cinquecento parole per dare spazio anche all’opinione concorrente – è l’opinione degli autori della ricerca – Le conclusioni del nostro studio evidenziano come il meccanismo di risoluzione interna delle controversie e il mix di norme formali e informali abbiano un ruolo fondamentale nell’incoraggiare la community di contributori a lavorare insieme per tutelare la neutralità delle voci”.
Secondo un’altra ricerca pubblicata dalla professoressa Antonella Elia del Dipartimento di Scienze Statistiche – Sezione Linguistica all’Università degli Studi di Napoli Federico II (“An analysis of Wikipedia digital writing”), lo stile neutrale, tipico delle enciclopedie storiche, si è mantenuto invariato in Wikipedia a livello di forma: “ad essere potenziata è la varietà delle voci, l’aggiornamento delle stesse e le interconnessioni tra una voce e l’altra, mentre la formalità e la neutralità rimane uniforme tra una voce e l’altra, nel rispetto del Manual of Style e della Wikiquette”, è la conclusione di Elia.
“Quando si scrive di argomenti scientifici,
il primo passo da compiere è allontanarsi dal personale”
Se esiste uno “stile Wikipedia” funzionale all’espressione di un’informazione neutrale esso potrebbe, penso, divenire un modello di ispirazione per quegli studiosi, giovani e meno giovani, interessati all’aspetto divulgativo della conoscenza, per non dire di creazione della stessa.
Secondo Jim Purdy, professore associato di English/Writing Studies alla Duquesne University, e autore di “When the Tenets of Composition Go Public: A Study of Writing in Wikipedia”, “scrivere per Wikipedia è un’attività di produzione di conoscenza, non solo di analisi di conoscenza prodotta da altri, nel momento in cui quello che viene scritto è istantaneamente soggetto al giudizio e alla possibile modifica di altri”.
Per quanto Wikipedia rimanga una piattaforma divulgativa, le dinamiche collaborative che portano alla pubblicazione delle voci – e al loro perfezionamento continuo – sono quanto di più vicino possibile vi sia al dibattito scientifico propriamente detto (anche se non tra pari).
“L’establishment scientifico tende spesso a esprimere resistenze
ad accettare chi non fa parte dell’establishment stesso”
Wikipedia come palestra sia per chi è interessato alla divulgazione, sia per chi si cimenta per la prima volta con la scrittura di articoli scientifici, in virtù del suo stile uniforme e delle dinamiche che rinforzano la neutralità delle voci a discapito dell’emergere, anche involontario, dell’Io: una proposta che ritroviamo nelle ricerche pionieristiche di alcuni studiosi realizzate su gruppi di studenti universitari (si veda “Writing for the World: Wikipedia as an Introduction to Academic Writing”), e che, se applicata in certi contesti universitari nostrani, potrebbe avere del rivoluzionario nella formazione stilistica dei futuri ricercatori (e nell’allenamento costante di quelli attuali).
“Quando si scrive di argomenti scientifici, il primo passo da compiere è allontanarsi dal personale. Studenti e dottorandi faticano ad abbandonare la prevalenza del sé, a uscire dal regno del presente, dal dire io-io-io: tutti pensano di avere qualcosa di unico da dire, e in questo i social media danno una mano nel fortificare l’espressione ipertrofica del sé – dichiara Vera Gheno – Chi veramente ce l’ha con Wikipedia ce l’ha con la sua natura di essere accessibile a tutti: l’establishment scientifico tende spesso a esprimere resistenze a collaborare e accettare con chi non fa parte dell’establishment stesso. Gli esperti non scrivono su Wikipedia per mancanza di tempo, di soldi, di valore aggiunto per la loro carriera, più che per sfiducia verso l’autorevolezza della piattaforma in quanto strumento divulgativo. Eppure – conclude Vera, con un tocco di ironia – nessun esperto si dispiace, poi, di avere una voce biografica dedicata…”.
nessun esperto si dispiace, poi, di avere una voce biografica dedicata… Verissimo