“Solitudini connesse. Sprofondare nei social media” è il mio saggio, pubblicato da Agenzia X Edizioni, in libreria e su Amazon a partire dal 24 gennaio 2019.
Il vantaggio di lavorare come social media manager consiste nella possibilità di misurare ogni giorno lo iato tra le infinite aspettative che riponiamo nei social e quello che effettivamente è possibile ottenere attraverso questi ultimi. “Solitudini connesse” è un viaggio nelle profondità di questo abisso, alla ricerca di coloro che son sommersi.
Non si tratta, ci tengo a sottolinearlo, dell’ennesimo libro “contro” i social , o dell’esaltazione di un mitico passato felice pre-digitale.
“Solitudini connesse” è il frutto di tanti anni di lavoro e studio dei social media e ha come scopo quello di analizzare il modo in cui queste piattaforme hanno cambiato una volta per sempre il nostro modo di relazionarci e di comunicare.
Allo stesso tempo il libro vuole portare alla luce quegli aspetti dei social che più di altri hanno generato un malessere diffuso, destabilizzando la società e accentuando l’emarginazione di intere categorie di persone (migranti, anziani, persone in condizione di disagio economico e mentale, in alcuni casi gli stessi nativi digitali).
Pubblicato da Agenzia X, una piccola ma agguerrita casa editrice di Milano diretta da Marco “Philopat”, che ho conosciuto un paio d’anni fa grazie al libro “Hacking Finance” di Raffaele Mauro e Francesco De Collibus, il saggio è introdotto da una prefazione di Cosimo Accoto, research affiliate del Mit ma soprattutto autore del fondamentale “Il Mondo Dato – cinque brevi lezioni di filosofia digitale”. L’illustrazione di copertina è a firma di Leonardo Traversa, un art director di cui sono sicuro sentirete parlare a lungo nei prossimi anni.
Lo presenteremo a WeMake, giovedì 24 gennaio a partire dalle 18:30, in compagnia di Philopat e di Cosimo, e a seguire in altre librerie milanesi e – si spera – fuori Milano a partire da febbraio. Più che un punto di arrivo, lo considero un punto di partenza per me e per coloro che vogliono avviare un dibattito costruttivo sull’avvenire delle nostre esistenze “digitali”. Con, e oltre i social media.